Scale minori: Giri armonici in minore

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Oggi parliamo dei giri armonici su tonalità minore, come per i giri armonici maggiori, offrono tante possibilità di gioco, con tanti accordi che possono essere eseguiti l’uno dopo l’altro. Ad esempio prendendo un accordo di  LA minore, posso far proseguire gli accordi di RE minore, RE maggiore, MI (maggiore o 7), FA diesis. Prendendo invece come punto di riferimento la scala minore naturale (ovvero il sol) possiamo anche trovare l’accordo di DO maggiore e SOL. Per ogni accordo posso aggiungere altri accordi successivi basati sulle scale di LA minore consideranto che l’ultimo accordo, prima che venga suonato nuovamente il LA minore, sia il MI (maggiore o 7).

Un giro armonico di LA minore ad esempio potrebbe essere questo:

LAm – REm – DO – FA – RE – MI (M o  7)

  
In questo caso possono essere aggiunti o tolti gli accordi, in base ale proprie necessità. Una successione, costruito sulla “falsariga” di quella maggiore (ovvero gli accordi che si trovano più o meno sugli stessi gradi, ma appartenenti ad una scala minore armonica), potrebbe essere:

LAm – FA – REm – MI7 (LAm)

Iniziando da un LA minore, si potrebbero usare anche degli accordi più “particolari”, come gli accordi di 7 minore o di 5 diminuita, ecco un esempio.

LAm7 – REm7 – MI7 – LAm7 – SIm7/5b – MI7 (LAm7)

Se volete approfondire il discorso dovete considerare anche le scale pentatoniche e blues.


Dunque un giro basato su  una scala minore ha una progressione di accordi che segue questo schema: I-VI-II-V7 o in I-VI-IV-V7, in questo caso non esiste uno schema fisso dato che al primo accordo minore posso possono essere aggiunti altri accordi maggiori, minori, di 7 o con 5° diminuita senza seguire uno schema ben preciso. Di scale minori ne esistono diverse, ad esempio:
1) abbiamo la scala minore naturale (prendo il LA minore come esempio):

2) abbiamo la scala minore armonica:

3) abbiamo la scala minore melodica:

In queste scale potete trovare la differenza tra il VI e il VII grado, cioè tra le note FA e SOL:

1) nella scala naturale, la scala minore ha le stesse note della scala maggiore corrispondente (che in questo caso è DO maggiore)
2) nel secondo esempio della scala armonica troviamo che il SOL è diesis
3) nell’esempio della scala melodica in andata troviamo sia il FA che il SOL diesis, mentre al ritorno si portano alla normalità queste due note ritornando alla scala minore naturale.

Il motivo di queste regole  lo dobbiamo cercare nella storia della musica. Nella scala maggiore tra il VII e l’VIII suono (ad esempio tra il SI e il DO, da cui ricomincia la scala, in DO maggiore) abbiamo  un semitono che soddisfa l’orecchio di questa “risoluzione”. Tornando alla scala minore naturale tra la 7° e l’8° nota c’è un tono che non soddisfa tanto l’orecchio. Per questo i musicisti antenati hanno pensato di alzare di un semitono quella settima nota impostando così la scala minore armonica. Un altra cosa che non digerisce l’orecchio e quella di suonare il FA e poi il SOL#, per questo si è pensato di alzare di un semitono anche la sesta nota, ed anche il FA.

Questo ora accade solo nella scala ascendente. E’ possibile trovare una scala melodica con una “salita” e “discesa” identica: (ovvero una scala minore “bachiana”), che prende il nome da Bach che fuil primo ad utilizzare questa regola. In base al tipo di scala utilizzata alcune note possono essere alterate e altre volte no: ad esempio un LA minore, può avere degli accordi con il FA# (e per es. con il RE maggiore), ma può avere accordi con il FA naturale (e quindi RE minore), possono essere inseriti anche gli accordi che presentano il SOL naturale (e ovviamente il SOL maggiore o MI minore), oppure quelli con il SOL# (ad esempio il MI maggiore o MI7).

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