In questo articolo parleremo della profondità dei bit e delle frequenze di campionamento, come queste si traducono in esigenze di storage, e quindi parlare delle differenze soggettive tra i due metodi di registrazione della musica. Molti si chiederanno, è meglio registrare a 16 o 24 bit? o a 44.1, 48, 88.2, 96 o 192 kHz? Un tempo la frequenza standard di campionamento era a 16 bit e 44.1 khz ed i compact disc erano il metodo principale per la distribuzione della musica digitale. A poco a poco cominciarono ad apparire i prodotti con una profondità di bit superiore – drum machine a 18, 20 e 24 bit. Poi registratori a 24 bit. Oggi, l’interfaccia audio è probabilmente a 24 bit e permette di selezionare la frequenza di campionamento di vostra scelta, 44.1, 48, 88.2, 96 e anche 192 kHz. I registratori multitraccia variano tra 16/44.1 e 24/96. Così quanto sono importanti questi numeri? Prima di tutto, sappiate che stiamo parlando di dati. Uno e zero. Questo è ciò che stiamo creando, gente! E’ tutto un gioco di numeri. La profondità di bit si riferisce al numero di bit che devono catturare l’audio.
Il modo più semplice per immaginare questo è come una serie di livelli, dove l’energia audio può essere tagliata in un dato momento nel tempo. Con 16 bit audio, ci sono 65.536 livelli possibili. Con ogni bit di risoluzione maggiore, il numero di livelli è doppio. Con il tempo a 24 bit, in realtà abbiamo 16.777.216 livelli. Ricordate che stiamo parlando di una fetta di audio congelato in un istante di tempo. La frequenza di campionamento è il numero di volte in cui viene misurato l’audio (campionato) al secondo. Così, uno standard Red Book per i CD ha una frequenza di campionamento di 44.1 kHz o 44.100 al secondo. La frequenza di campionamento 96 kHz ovviamente campiona l’audio 96.000 ogni secondo. Queste frazioni di frequenze messe insieme ci portano al Bit Rate, o la quantità di dati al secondo necessari per trasmettere il file, che possono poi esseri tradotti in quanto è grande il file. Il CD elabora l’audio a 16bit e 44,1 khz, quindi 44.100 fette di audio, ciascuno con 65.536 livelli. Una nuova interfaccia audio può registrare 96.000 fette di audio al secondo a quasi 17 milioni di livelli per ogni fetta. Il bit rate è generalmente espressa in Mbit / sec. Ma non c’è bisogno di fare tutto questo per la matematica. Ho intenzione di farlo per voi. Non si tratta di un settore importante nel processo di registrazione. Cosa è importante per voi è come questo si traduce nello spazio sul disco rigido:
Quindi, come potete vedere la registrazione a 24/96 triplica la dimensione del file. Intanto ecco i requisiti del disco rigido per una canzone multi-traccia da tre minuti:
A 24/96 la risoluzione dell’audio è 250 volte superiore rispetto alla risoluzione standard, ciò non vuol dire che suoni 250 meglio, ma non suona meglio neanche di 2 volte, quindi lavorare a risoluzioni alte ingombra molto di più l’hardisk per una qualità audio leggermente superiore, ma quasi impercettibile, ad esempio riuscite a notare la differenza tra una traccia wave e una mp3? Ancora più difficile è riconoscere la differenza tra una registrazione a 16/44 o 24/96. Ad esempio, la differenza tra 22,05 kHz e 44,1 kHz è molto evidente per gli amanti della musica. Un orecchio allenato può sentire la differenza tra 32 kHz e 44,1. Ma la differenza tra 44.1 e 96kHz è davvero minima.
Ma si dovrebbe registrare a una frequenza di campionamento elevata? Bene! Ricordate ora che la frequenza di campionamento è enormemente diversa da quella della profondità di bit. Alcuni dicono che anche se si registra a frequenze superiori alla fine un cd converte tutto a 44,1 khz. Altri dicono che se si registra a frequenze elevate, anche se l’audio nel cd lavora a 44,1 khz il risultato rimane migliore. Io consiglio di lavorare a 24 bit e 96 khz o addirittura 192khz se i vostri strumenti lo permettono e se avete un hardisk e un computer generoso, ma personalmente effettuo le registrazioni a 16 bit e 44,1 khz, se siete dei bravi tecnici del suono tirerete fuori delle produzioni altrettanto buone. La differenza si può notare più che altro se si dispone di attrezzature di qualità come un ottimo microfono, un ottimo pre e un sistema audio pulito audio. Ad una frequenza superiore percepirete solo un effetto di ariosità in più, nulla di sbalorditivo. Se si sta facendo per l’audio un video si potrebbe desiderare di lavorare a 48 kHz dato che molti editor utilizzano solo tale tasso. Alcuni tipi di musica sembrano beneficiare leggermente dalla alta risoluzione di 88,2 o 96 khz.
Strumenti acustici, come chitarre, percussioni, e, naturalmente la voce, che sono delicati sulle alte frequenze possono ottenere dei benefici da una frequenza di campionamento superiore. Se ad esempio mettete in confronto una registrazione a 16 bit e 44,1 khz fatta con un preamp e un convertitore di elevata qualità con una registrazione a 24 bit e 96 khz fatta con un preamp e un convertitore di qualità inferiore, anche se quest’ultimo è in grado di lavorare a frequenze più elevate, non renderà quanto il primo setup audio elencato. Che dire delle frequenze di campionamento a 192 khz? A me pare una moda del mercato, adesso potete trovare anche schede audio da 150€ che offrono tale freq. di campionamento, questo non vuol dire che i convertitori siano migliori di quelli presenti su interfacce audio che costano più del doppio del prezzo ma che forniscono una frequenza di campionamento inferiore.
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