In questo articolo vedremo come programmare con successo dei sintetizzatori. Se il synth è hardware o software, analogico o digitale, il processo è lo stesso. Quando si sa come programmare un sintetizzatore non si è più dipendenti da suoni di altri sviluppatori.
Consigli e buone abitudini di lavoro per la programmazione di qualsiasi sintetizzatore, in primo luogo, alcune pratiche di base vi aiuteranno.
La programmazione dei sintetizzatori è più semplice se fatta in questo ordine:
Fase 1: oscillatori Set (O campioni)
Fase 2: Filtro
Fase 3: Inviluppo
Fase 4: Velocity
Passo 5: LFO
Fase 6: Effetti
1. Oscillatori
Tutti gli strumenti orchestrali vengono emulati con forme saw, quadrate, triangolari, rettangolari, ecc. Queste forme d’onda di base analogiche sono la sostanza degli Oscillatori.
Oscillatori su un Moog Voyager
Si noti come l’oscillatore è stato configurato. Si sceglie una forma d’onda di base, si imposta l’ottava e si regola il pitch con il controllo della frequenza. (Pitch e frequenza significano la stessa cosa per i nostri scopi). Per rendere il suono interessante si passa al filtro.
2. Filtri
Esistono diversi tipi di filtri, tra questi troviamo i filtri passa banda, passa alto e passa basso. Il filtro passa banda permette di enfatizzare o attenuare una banda di freq. stretta ( ad es. 100, 200, 1.000, 2.000 Hz). Quando più filtri passa banda vengono abbinati in modo da intervenire su varie frequenze, si ottiene un equalizzatore grafico. Il filtro passa alto lascia passare solo le frequenze più acute mentre il filtro passa basso fa l’opposto, facendo passare solo le frequenze basse. I filtri passa banda consentono di far pasare solo una larghezza di banda di frequenze selezionate. Non sottovalutate quello che si può fare con un buon filtro. Con un unico filtro passa-basso è possibile trasformare una forma d’onda analogica a dente di sega in centinaia di timbri.
3. Inviluppo
Adesso possiamo passare all’inviluppo del filtro, quindi l’inviluppo Amp e poi finalmente l’inviluppo Pitch. L’inviluppo non controlla il volume generale del suono, ma quello dei suoi sub-eventi regolando il decorso dinamico nel tempo. I sub eventi sono Attack, Decay, Sustain e Release. Il generatore di inviluppo viene “stimolato” da un trigger manualmente o da tastiera permettendo di ottenere dei suoni con un attacco molto lento ed un’estinzione veloce, oppure dei suoni con un attaccco veloce e una fase di estinzione lenta.
4. Velocity
La velocity permette di regolare quanto velocemente il tasto è stato percosso controllando vari aspetti del suono, quindi è possibile regolare la velocity per ottenere un suono più soft e più piatto fino a rendere il suono più forte e dinamico, come ad esempio quando si premono con più sostanza i tasti di un pianoforte, l’effetto sul suono sarà più martellante vero?
5. LFO
L’LFO è un oscillatore a bassa frequenza (Low Frequency Oscillator=L.F.O.). Esso genera delle frequenze sub-audio (0.1-20 Hz circa) e solitamente è dotato di forme d’onda tipiche come: sinusoide, triangolare, quadra, dente di sega. Pensate ad una macchina del tempo. È possibile modificare ritmicamente le patch in qualsiasi sequenza di tempo, da molto lento a molto veloce. E’ possibile aggiungere un vibrato LFO, ma si può fare molto più di questo. Il trucco è quello di esaminare attentamente ciò che si sta cercando di fare. Cosa cambia nel corso del gioco di una singola nota? Volume? Pitch? o armoniche? Questo spiega cosa percorre l’LFO. Consigli: Usare l’LFO lento per modulare il pan e il volume. Si otterrà un suono tridimensionale. Utilizzate l’LFO per un lieve aumento e per l’abbassamento del pitch. Quando si esegue questa operazione in stereo, con impostazioni leggermente diverse, si otterrà qualcosa come un flanger, o un delay, o un phaser, e se si trova ciò che funziona è possibile anche ottenere degli effetti esotici come avere un suono che improvvisamente salta dietro la schiena o sentire delle armoniche che non erano presenti nel suono originale. Chi ha bisogno di FX quando ha l’LFO! Con l’eccezione del riverbero, vi accorgerete che la maggior parte dei programmi di Forex fanno esattamente quello che fa un LFO, ma lo fanno per il primo campionamento dell’audio, aggiungendo rumori indesiderati e grunge.
6. Effetti
Dopo aver ottimizzato il suono, la patch può suonare così bene che non si vuole aggiungere nessun FX. Eppure un riverbero potrebbe essere il dolcificante finale – non ne avete bisogno? Potrebbe essere un buon momento per tornare sugli inviluppi e vedere se un tempo di rilascio più lungo potrebbe fare il trucco meglio di un po’ di riverbero di un synth di merda che distrugge i toni delicati. E’ possibile provare anche qualche delay, magari si ottiene qualche effetto piacevole. OK, vi ho svelato alcuni dei miei piccoli segreti, ora sapete come iniziare.
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