Prima di tutto per registrare in modo decente una voce è necessario avere un buon microfono con uscita XLR, quindi evitate quei microfoni a giocattolo con uscita jack. Per fare una buona registrazione non perforza servono attrezzature di elevato livello, ad esempio potete benissimo usare la versione economica dei vari software daw di sonar, cubase, protools, ecc. Se il microfono passa attraverso il mixer prima di entrare nella scheda audio consiglio di inserire un compressore in insert, basta una lieve compressione con una ratio a 2:1 e treshold a -10/-15 db mentre i rapporti ri attacco e rilascio possono essere trascurati, meglio se avete sul compressore la funzione che automatizza tali processi. Con questa impostazione la compressione sarà lieve e quasi impercettibile ma risultarà efficace evitando gli sbalzi eccessivi di dinamica in modo l’audio non vada in distorsione, cosa che purtroppo non possono fare i compressori plugin nonostante riescano ad offrire un suono paragonabile a quello di hardware analogici. Purtroppo quando l’audio entra nella scheda audio già distorto i compressori plugin non possono aggiustare un suono rovinato in partenza, per questo è bene utilizzare un pizzico di compressione tramite hardware prima che l’audio entri nel computer. Così facendo se non siete soddisfatti della quantità di compressione, potete utilizzare un compressore plugin in qualsiasi momento, in questo modo eviterete anche di rovinare la registrazione vocale nel caso settate una compressione più eccessiva tramite hardware.
Fondamentalmente, ci sono due fasi per ottenere una buona registrazione della voce. La prima fase è basata sul processo di registrazione in cui vengono registrate le voci. Bisogna sopratutto fare attenzione all’audio che entra nel computer in modo che non vada in distorsione, il segnale deve essere tenuto a circa -5 o -10 db e non deve superare i 0 db. Se il segnale va in distorsione, nemmeno il miglior software di restauro audio può fare miracoli.
Il secondo processo è quello di ottenere un buon suono vocale. Questo dopo che le tracce vocali sono state registrate. Bisogna rimuovere chirurgicamente i click brevi e pop (solitamente con la matita dell’editor audio), sostituire parole o frasi, se necessario, applicare gli effetti e modellare il suono con un equalizzatore e un compressore. Consiglio di non esagerare ad utilizzare i plugin, bisogna intervenire solo dove è necessario, in passato mi è capitato di vedere alcuni che mettevano su una voce 3 equalizzatori, 2 compressori, riverbero, delay chorus, ecc. quando bastavano solo un paio di plugin.
Il processo di registrazione
Generalmente la distanza del cantante da un microfono può variare in base all’effetto che si vuole dare alla voce, se il cantante è molto vicino al microfono si ottiene un suono più presente e corposo (quindi con più bassi), mentre se il cantante si allontana la voce sarà meno presente e di conseguenza catturerà maggiormente il suono della stanza. Il cantante che vuole una voce presente deve stare a circa 5 o 10 cm dal microfono, mentre se preferisce una voce un pò più tipica delle registrazioni standard direi che va benissimo una distanza di 20 o 30 cm, alcuni studi addirittura mettono il cantante ad un metro di distanza e forse anche di più, in questo modo si può ottenere un effetto piacevole dove si percepisce il suono della stanza, ovviamente se non avete un ottima stanza acustica, non fate questo tipo di esperimento. La distanza tra il microfono e il cantante può essere impostata in modo creativo come se fosse un equalizzatore naturale, infatti:
– Più si è vicini al microfono e più vengono riprese le frequenze basse e alte della voce
– Più si è lontani dal microfono e più verranno percepite le frequenze medie a discapito delle frequenze basse e alte. Vi svelo un trucchetto, quando voglio dare alla voce un effetto “intimità”, proprio come quando il cantante è molto vicino al microfono, con l’equalizzatore alzo le frequenze basse e medie.
Se volete ottenere delle ottime registrazioni, consiglio di buttare nel cesso il mixer e utilizzare un preamplificatore o meglio una channel strip dedicata (preamp, eq e compressore in un unico hardware). Ce ne sono diverse soluzioni in giro, potete ad esempio utilizzare il preamp valvolare Universal Audio LA-610, dotato anche di compressore opto. Una soluzione a questa follia è quella di utilizzare un compressore nella catena dopo il preamplificatore. Il compressore, in sostanza, abbassa automaticamente il volume quando l’ingresso supera una certa soglia. Questo permette di ottenere un cantato più forte senza andare in rosso. Se volete fare delle registrazioni più morbide potete registrare anche a -32dB nel caso in cui avete un buon preamp, dove si può a malapena vedere la forma d’onda. Ma se avete delle attrezzature audio schifose con preamp rumorosi vi conviene lavorare normalmente.
Microfoni a Condensatore di grandi dimensioni
Quando si utilizza un microfono per registrare la voce bisogna tenere in considerazione alcuni aspetti, tra cui: sensibilità, dinamiche dei cantanti, l’uso delle tecniche di ripresa microfonica, il livello sul preamplificatore e, infine, le impostazioni di compressione.
Sensibilità del microfono
Per i cantanti con una voce molto dinamica (forte) conviene utilizzar un microfono meno sensibile. Alcuni microfoni a condensatore vanno in distorsione se il cantante è troppo vicino quando urla. Su cantanti meno esperti preferisco utilizzare un pad -10 o -20 sul microfono. In caso contrario è possibile utilizzare un microfono dinamico che è in grado di gestire livelli elevati di pressione sonora (SPL). Nota: Non pensate che un microfono vocale deve essere un condensatore a diaframma di grandi dimensioni. Ci sono molti fantastici microfoni dinamici che suonano molto bene. Uno dei miei preferiti è lo shure SM7B.
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